CONVEGNO SULLA GIUSTIZIA ITALIANA

LA GIUSTIZIA ITALIANA E I SUOI RIFLESSI SULL’ECONOMIA DEL PAESE

Spunti di riflessione per il convegno.

La Costituzione italiana, tra i diritti inviolabili, all’art. 24 riconosce a tutti i cittadini la possibilità di agire e difendersi “in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”, “in ogni stato e grado del procedimento” e “davanti ad ogni giurisdizione”.
Nella parte seconda, dedica tredici articoli alla Giustizia, che “ é amministrata in nome del popolo “ (art. 101).
Essa è uno dei servizi fondamentali che lo Stato assicura ai propri cittadini per tutelare la dignità della persona umana, l’uguaglianza morale e giuridica, ai fini di una sana ed equilibrata convivenza civile.
Il tema della giustizia è da decenni al centro delle preoccupazioni di cittadini e istituzioni soprattutto perché dal suo funzionamento dipende l’andamento di molti settori della vita sociale ed economica del Paese.
Un ottimale stato della giustizia condizionerebbe positivamente la vita delle persone.
Di converso, l’inefficienza della giustizia avrebbe effetti devastanti per l’individuo e per il Paese, sia in termini etici e morali che in termini economici.
Sul tema sono numerosi gli scritti di eminenti personalità del settore, dalla giustizia civile a quella penale.
Molto si è detto sulle lentezze dei procedimenti giudiziari dovute alla enorme mole di lavoro dei tribunali e quindi al malfunzionamento degli uffici giudiziari spesso carenti di organico; da un inadeguato e spesso anche anomalo contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione.
Questa situazione di difficoltà oggi si registra diffusamente anche nei Tribunali delle imprese di recente istituzione e che, dopo appena 5 anni di operatività, segnalano disfunzioni e lentezze congenite al sistema giudiziario.
In questo caso si tratta di decidere su materie tecnicamente complicate, con notevole peso economico (proprietà industriali, diritto societario e appalti di rilevanza comunitaria) e che richiedono elevata specializzazione.
Come sappiamo quando viene avviato un procedimento giudiziario nei confronti di qualcuno ed in particolare di un imprenditore, si mette in moto un meccanismo perverso che va ad incidere profondamente in tutti gli aspetti della vita sociale ed economica dell’individuo o dell’impresa:
• le banche smettono immediatamente di concedere credito;
• viene limitata la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi, e nelle professioni;
• viene messo in pericolo il fatturato delle aziende, le loro dimensioni e la loro stessa sopravvivenza.
Oggi il sistema giudiziario, con l’introduzione di nuove misure penali e con la creazione di una nuova autorità, l’ANAC, è stato dotato di adeguati strumenti per contrastare tutti i fenomeni di illegalità che rappresentano una minaccia alla concorrenza e frenano la crescita economica e sociale del Paese.
E’ stato approvato il nuovo codice degli appalti pubblici che ha introdotto una disciplina più snella e di facile applicazione e ha dato maggiore efficienza al sistema con una forte attività di prevenzione che dovrà essere operata dall’ANAC.
Al Presidente dell’ANAC la legge 190 del 2012 ha affidato forti poteri che gli consentono di prevenire e lottare contro la corruzione, passaggio fondamentale per fermare la criminalità organizzata.
La corruzione fa infatti lievitare del 40% i costi delle Grandi opere e in tutto ci costa oltre 60 miliardi all’anno bruciando gran parte del reddito degli italiani.
Nelle scorse settimane è stato approvato il Nuovo Codice Antimafia che ha rafforzato i poteri della magistratura introducendo nuovi strumenti che vanno anche oltre l’indagine giudiziaria.
Si tratta di una riforma sulla quale si è focalizzata l’attenzione di parecchi costituzionalisti.
Nel mondo dell’impresa dove vige il sistema della concorrenza dare peso giudiziario all’indizio e quindi al sospetto potrebbe portare a situazioni in cui un imprenditore che partecipa ad una gara d’appalto può essere additato come corrotto da imprenditori avversari.
Le conseguenze sarebbero irreparabili per l’impresa, che a quel punto potrebbe essere sottoposta a sequestro con effetti dirompenti ed immediati sui lavoratori dipendenti e su tutti i lavori avviati dalla stessa.
Si tratta di strumenti in grado di condizionare la libertà d’intrapresa e quindi determinare gli stessi destini del sistema economico, oltre che di quello politico.
Sono tutti aspetti importanti che incidono negativamente sull’economia e sulla competitività del nostro Paese che, in tal modo, fa fatica a diventare polo di attrazione di investimenti esteri.

ALLEGHIAMO ALCUNE FOTO DEL CONVEGNO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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