RICORDO DI MASSIMO SCIOSCIOLI

SOGNAVA UN GRANDE PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO E MAZZINIANO

di Franco Torchia

Da giovane repubblicano venivo spesso a Roma per partecipare alle riunioni della direzione nazionale della Federazione Giovanile.

In uno di questi viaggi, verso la fine del 1981, ho conosciuto Massimo Scioscioli.

Stavo preparando la mia tesi di laurea sul Partito repubblicano e le mie ricerche sull’archivio della Voce Repubblicana erano già abbastanza cospicue.

Per approfondire ulteriormente, l’amico Sergio Ferretti, funzionario del partito, mi indirizzò proprio a Scioscioli che dirigeva l’Istituto di studi per la storia del Movimento repubblicano da lui stesso fondato nel 1980.

Dopo una cortese telefonata di Ferretti mi recai a Via Tomacelli 146.

Mi si presentò un signore dai modi gentili e gradevoli che aveva l’aria di un grande studioso.

Ferretti mi aveva detto che era un alto funzionario della Camera dei Deputati e la cosa di per sé già mi incuteva timore.

Scioscioli ha voluto sapere qualcosa in più su di me e mentre io raccontavo la mia breve storia politica, notai nel suo sguardo compiacimento per la mia volontà di approfondire la storia del repubblicanesimo.

Non avrei mai potuto pensare che quel signore semplice ma dal nobile aspetto, appartenente ad un’altra dimensione, ad un altro tempo, mi potesse dedicare oltre due ore del suo prezioso tempo.

Ho capito in quel momento che per nessun motivo al mondo lo avrei potuto deludere.

L’intensità di quell’incontro mi ha travolto letteralmente e mi sono ripromesso di far visita a quello che avevo già classificato a tutti gli effetti come un meraviglioso  tempio di cultura e di storia, che avrebbe contribuito notevolmente ad accrescere la mia formazione storica e politica.

E’ stato proprio così ed ogni volta che tornavo a Roma, la mia visita a via Tomacelli era diventata un obbligo.

Quelle visite, dopo il mio trasferimento nella capitale, si trasformarono in frequentazione e Massimo era veramente contento al punto da autorizzarmi a dargli del “tu”.

Quando a novembre del 1982, Spadolini si è dimesso da Presidente del Consiglio, è stato Scioscioli a proporre all’amico Ferretti, che accolse di buon grado, di mandarmi al seguito del leader del PRI, a suo supporto, nel suo lunghissimo tour elettorale, durante il quale ampio spazio veniva dedicato alla presentazione dei suoi libri. Quello spazio, con mia grande sorpresa ed orgoglio, fu gestito da me insieme ad altro giovane repubblicano.

Furono settimane eccezionali dei quali sono sempre stato riconoscente a Massimo, che mi ha dato immediatamente la possibilità di ricambiare contribuendo in qualche modo, alla catalogazione del grande patrimonio librario dell’Istituto a cui si aggiunse qualche anno dopo l’“Archivio Trimestrale”, fondato insieme al senatore repubblicano Giorgio Covi.

Di fatto, l’Archivio Trimestrale fu interamente curato da Scioscioli e grazie a lui furono pubblicati tantissimi studi e ricerche di carattere storico, politico, sociale ed economico, con particolare riguardo a quelle inerenti il movimento democratico risorgimentale.

E’ nata così la mia amicizia con Massimo che si è protratta in tutti questi anni ed è stata  soltanto condivisione politica, forse perché non eravamo coetanei, ma soprattutto perché il mio carattere riservato mi impediva di entrare nella sfera privata di quello che consideravo con riverenza un mio maestro.

Scioscioli é stato anche un militante politico. Ha partecipato a quasi tutti i congressi del PRI.

E’ stato un pacciardiano della prima ora ed assistette incredulo alla rottura tra Ugo La Malfa e Randolfo Pacciardi.

Comunque ebbe fiducia nella scelta di Ugo di aprire ai socialisti e considerò il dialogo a sinistra una componente importante della storia del Partito repubblicano.

In linea con questo pensiero, di fronte alla drammatica scissione del 1994, aveva tifato per una soluzione diversa da quella portata avanti da Giorgio La Malfa e, comunque, avrebbe preferito non assistere all’ennesima spaccatura che come, diceva, gli avrebbe impedito di vedere realizzato il suo sogno di un grande partito repubblicano e mazziniano.

Purtroppo dovette assistere alla ulteriore scissione del 2001 ma si riprese dallo sconforto nel congresso del 2011 nel quale si registrò una parziale riunificazione delle varie anime repubblicane.

Non ha mai rinunciato alla speranza di vedere tutti i repubblicani uniti e, nel 2015, alla vigilia del 47° congresso del PRI,  ha sottoscritto insieme ad altri amici un appello per un congresso di rifondazione.

I suoi interventi nei congressi del PRI erano una vera e propria lezione di storia del mazzianianesimo.

L’ho incontrato l’ultima volta nell’autunno del 2013 presso la sede romana della Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo (LIDU), in occasione della  presentazione del libro di Giancarlo Tartaglia sulla storia della “Voce Repubblicana”.

Non abbiamo mai smesso di sentirci e, comunque, il primo agosto, in occasione del suo compleanno, lo chiamavo per fargli gli auguri. Mi chiedeva sempre del Partito e nella sua voce si coglieva il dispiacere che gli avevano arrecato le vicende interne.

Ho provato a chiamarlo l’anno scorso a maggio, in occasione della rappresentazione teatrale su Randolfo Pacciardi che si doveva svolgere alla Camera dei deputati. Pensavo fosse tra gli organizzatori e volevo scusarmi della mia assenza.  Non ho ottenuto però alcuna risposta.

Ho saputo  successivamente da un amico che non stava bene.

Non l’ho più chiamato !

Ho sperato si riprendesse ma purtroppo inutilmente.

Massimo ci ha lasciato il 3 luglio, avrebbe compiuto 80 anni l’anno prossimo. Era nato a Roma ed iniziò la sua carriera all’interno della Camera dei Deputati dove, divenendo Tesoriere, raggiunse una delle cariche apicali. Andò in pensione nel 2003.

E’ stato esponente di primo piano dell’Associazione Mazziniana Italiana e Presidente di Sezione A.M.I. a Roma.

Nel 1998 fu nominato Presidente del Comitato nazionale per le onoranze a Randolfo Pacciardi.

Massimo Scioscioli, ha scritto numerosi libri su Mazzini e sulla storia del repubblicanesimo.

Ne dedicò due a Goffredo Mameli, l’autore dell’Inno d’Italia.

Ha curato per la Camera dei deputati la pubblicazione dei discorsi parlamentari di Ugo La Malfa.

Ha scritto i profili biografici di Randolfo Pacciardi e di Oronzo Reale,  per la “Storia del Parlamento italiano”.

Ci mancherà tanto!

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