AMATE, RISPETTATE LA DONNA – CANCELLATE DALLA VOSTRA MENTE OGNI IDEA DI SUPERIORITA’: NON NE AVETE ALCUNA (G. Mazzini)

8 MARZO – LA FESTA DELLA DONNA

di Franco Torchia
Nel 2023 le violenze sulle donne hanno raggiunto un limite non più tollerabile.
Ma la cosa più grave sono i numeri dei femminicidi che hanno contato 120 vittime.
Tra i casi più eclatanti l’assassinio della giovane Giulia Cecchettin da parte del fidanzato Filippo Turetta che ha premeditato tutto con implacabile determinazione ed infierito sul corpo della ragazza.
Il 60% dei femminicidi si consuma ad opera del partner o di un ex partner e quindi nell’ambito familiare ed affettivo.
I motivi quindi sono da ricercare tra le mura domestiche e nei rapporti che intercorrono tra l’assassino e la sua vittima.
Quelli che però non si riescono più a contare sono i numeri delle violenze che quotidianamente avvengono contro le donne.
Non c’è certezza sui dati perché molte di esse non vengono addirittura denunciate o per paura di ritorsioni o perché c’è la convinzione che “tanto non succederà nulla” e non ci saranno conseguenze contro l’autore che quasi sempre riesce a sfuggire alla giustizia a causa di norme distorte ed ambigue che consentono di individuare utili scappatoie per ogni caso.
Nel giorno in cui si celebra la festa della donna abbiamo anche il dovere di ricordare quello che succede a due passi dall’Italia.
In particolare ciò che è emerso in questi giorni relativamente agli stupri di massa avvenuti lo scorso 7 ottobre ad opera dei terroristi di Hamas e le migliaia di donne che stanno morendo a Gaza, vittime di una guerra tra vicini di casa.
O quello che succede tutti i giorni in Iran, che sembra lontanissimo ma non lo è.
Come dimenticare le 74 donne trucidate il 15 gennaio 2023 in una rivolta seguita alle proteste iniziate con l’assassinio di Mahsa Amini a Teheran. Tutte sono state uccise da agenti o di polizia o dei corpi paramilitari.
Da quel giorno la repressione e le violenze nei confronti delle donne sono proseguite.
Nonostante questo il movimento di protesta si è ampliato notevolmente e le donne iraniane combattono coraggiosamente nelle strade.
Purtroppo è noto come nel mondo musulmano le donne siano considerate inferiori e sono trattate come tali con le violenze diventate una pratica ordinaria importata anche in Occidente e diffusa enormemente anche in quelle famiglie che ci vivono stabilmente.
Anche in Italia si sono registrati casi del genere, sfociati anche nell’omicidio come è successo alla povera giovane di origine pakistana Saman Abbas, diciottenne di origine pakistana, uccisa dai suoi stessi familiari perché si era innamorata di un suo connazionale e rifiutava il matrimonio organizzato dai genitori.
Addirittura le non musulmane, le “infedeli”, sono equiparate alle bestie e su di queste l’accanimento è ancora più feroce.
Di fronte a tutto questo siamo diventati inermi e al limite della insensibilità.
La politica, nonostante tutti gli sforzi, non è ancora riuscita a mettere al centro della sua azione l’eguaglianza tra uomo e donna, ed i silenzi e le inadempienze diventano tacitamente complici delle violenze sulle donne.
E la scuola è ormai diventata inutile a riaffermare il principio mazziniano che ” Davanti a Dio Uno e Padre non v’è uomo né donna ma l’essere umano, l’essere nel quale, sotto l’aspetto d’uomo o di donna, s’incontrano tutti i caratteri che distinguono l’Umanità dall’ordine degli animali: tendenza sociale, capacità d’educazione, facoltà di progresso. Dovunque si rivelano questi caratteri, ivi esiste l’umana natura, uguaglianza quindi di diritti e doveri. Come due rami che muovono distinti da uno stesso tronco, l’uomo e la donna muovono varii da una base comune, che è l’umanità.”
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