QUANDO SI GIOCA SPUDORATAMENTE CON I NUMERI

Post di Franco Torchia

Della serie “Quando i governi sbagliano i conti”

Tutti i giornali di oggi riprendono il comunicato dell’Istat di ieri che evidenziano lo stop della crescita economica e l’inizio di una congiuntura economica negativa, con perdita rilevante dei posti di lavoro.
L’Istat rivede quindi al ribasso la crescita del Prodotto Interno Lordo dall’1,5% all’1,1%. I dati per il momento si riferiscono al II° trimestre e segnalano un significativo rallentamento.
I funzionari dell’Istituto di Statistica con i dati pubblicati ieri ci hanno voluto comunicare che le previsioni che il governo di Matteo Renzi prima e di Gentiloni dopo hanno fatto in fase di redazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) erano sbagliati e approssimativi.
Lo scorso anno avevamo sollevato forti perplessità sui numeri indicati dal ministro Padoan nel Def ed avevamo evidenziato come negli ultimi 4 anni sostanzialmente le previsioni siano state puntualmente smentite.
In alcuni casi, dobbiamo dire, anche in senso positivo, come quelle che riguardano il 2017.
Ovviamente questo non significa che si debba plaudire al Ministro Padoan perché sempre di errori si tratta.
RIPROPONIAMO UNA TABELLA POSTATA LO SCORSO ANNO ED AGGIORNATA CON I DATI DEGLI ULTIMI DUE ANNI.
Guardiamo in dettaglio le previsioni relative al PIL per il 2018 e le successive verifiche.
Come si può notare benissimo dai dati riportati nella seguente tabella le previsioni fatte nel 2014 danno proprio il senso dell’approssimazione.
Erano tutte previsioni ottimistiche e che, in qualche caso si sono avvicinate al dato reale definitivo, soltanto perché, come ha scritto lo stesso Padoan vi è stata una “favorevole congiuntura mondiale e alla politica monetaria dell’Eurozona”.
Negli anni successivi l’unico dato che coincide è quello relativo alla previsione fatta con il DEF 2015 per l’anno 2017 (sono quelli evidenziati in rosso).
Tale coincidenza è puramente casuale se si pensa che con il DEF 2017, cioè proprio nello stesso anno, la previsione era stata portata all’1,1%, quindi con un macroscopico errore. E’ sembrato quasi che l’ex ministro si volesse mettere al riparo da eventuali attacchi e abbia modificato egli stesso le previsioni al ribasso.
A questo punto avremmo sperato che almeno la previsione fatta prima con il DEF 2016 e poi con il DEF 2018 per quest’anno fosse stata giusta.
Non si riesce a comprendere come si potesse giocare sui numeri in modo così spudorato.
Previsione PIL per il 2018: nel 2016 1,5%, nel 2017 1%, nel 2018, cioè soltanto 4 mesi fa di nuovo 1,5%.
Tuttavia, prima di congedarsi, l’ex ministro Padoan è diventato improvvisamente pessimista ed ha voluto avvertire il nuovo inquilino di Via XX Settembre che “a livello globale sono presenti dei rischi legati a paventate politiche protezionistiche e all’apprezzamento dell’Euro” e che “l’andamento del PIL è previsto rallentare lievemente nei prossimi anni, in linea con le aspettative sul ciclo economico internazionale.”
Il nuovo Governo è stato quindi avvertito.
Il Def 2018, presentato dallo stesso Padoan lo scorso 26 aprile, in quanto ancora in carica e quindi “in un momento di transizione caratterizzato dall’avvio dei lavori della XVIII legislatura – espone unicamente lo scenario tendenziale di previsioni macroeconomiche.”
E l’Istat ieri ci ha confermato, che Padoan, non più ministro, forse almeno per una volta, ci ha davvero azzeccato e forse sarebbe stato ancora una volta il caso che sbagliasse le previsioni.

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