LA BABELE SOTTO IL CALDO TORRIDO DI AGOSTO

Post di Franco Torchia

Nonostante la pausa estiva dei lavori parlamentari, i tecnici del Governo sono impegnati a preparare la manovra di settembre al fine soprattutto di individuare per ciascuno intervento quelle “coperture solide, punto per punto” evocate dal Ministro dell’Economia Giovanni TRIA nell’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore l’altro ieri.

Ci consenta il Ministro di dubitare delle sue parole e della certezza delle coperture di cui parla ovvero quelle che dovrebbero derivare da una serie di provvedimenti annunciati a mezza bocca.

Il Ministro aveva fatto rapidamente due conti per definire la sua Legge di Bilancio: l’abolizione degli 80 euro avrebbe comportato un risparmio di circa 9 miliardi, dall’aumento dell’IVA ci sarebbero state maggiori entrate per 12,5 miliardi ed il resto dal riordino delle agevolazioni fiscali.

Qui il calcolo ovviamente sarebbe molto più complicato perché, quelle che il ministro chiama tax expenditures hanno certamente uno straordinario impatto economico, circa 300 miliardi di euro di mancato gettito per l’erario nel 2016, ma la maggior parte di esse, come sussidi, sgravi e detrazioni, incidono sul reddito delle persone fisiche e quindi sarebbero intoccabili, così come lo sarebbero quelle che riguardano le imprese, poco più del 10%.

L’unico taglio potrebbe riguardare le agevolazioni sull’IVA e quelle in materia di accise dal cui riordino si potrebbero recuperare una decina di miliardi.

Il nostro dubbio però è legittimo in quanto, a poche ore dall’intervista di Tria, è partito il fuoco di sbarramento dei leader dei due partiti di Governo Di Maio e Salvini i quali hanno voluto immediatamente precisare che il bonus degli 80 euro, quello definito come “mancia elettorale” non si tocca, soprattutto perché non è possibile che il “governo del cambiamento” possa ridurre gli stipendi di quasi 11 milioni di lavoratori dipendenti.

Né, aggiungiamo noi, si può pensare di far scattare le clausole di salvaguardia che comporterebbe l’aumento dell’IVA che avrebbe effetti devastanti sui consumi degli italiani e quindi sulla crescita economica.

Ci era parso di capire dalle parole del ministro dell’Economia che qualcosa non funzionasse in un Governo nel quale si parlano lingue diverse e si fa fatica a comprendere quale sia il progetto complessivo per il Paese e quale sia il percorso per realizzarlo.

I ministri sanno che la coperta dei conti pubblici è corta. Si era parlato di tesoretti individuati nelle pieghe del Bilancio dello Stato. Aspettiamo il mese di settembre per capire se i compiti in classe assegnati da Tria a tutti i componenti del Governo saranno ben formulati.

Solo allora comprenderemo se il cambiamento sarà in meglio o in peggio.

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