“CHI VUOL ESSERE LIETO, SIA: DI DOMAN NON C’È CERTEZZA”

Post di Franco Torchia

Il problema non è solo il domani. E’ che oggi non abbiamo più nemmeno un passato a cui fare riferimento.
Ed anche quando c’è non lo conosciamo.
E’ vero !
Il futuro dell’Italia è diventato una vera e propria scommessa che si sta giocando sulla pelle dei cittadini.
Il Governo ieri sera ha approvato una prima bozza della Legge di Bilancio e a conclusione della riunione molti ministri hanno festeggiato quella che per loro è stata una vittoria, invitando alla festa i loro adepti.
E’ stata una strana festa, perché si è festeggiato un aumento del debito per garantire al Governo di mantenere alcuni impegni assunti dai partiti durante la campagna elettorale.
Abbiamo sempre avversato i dogmi ed i tabù.
Per questo, in linea di principio, potremmo dichiararci anche disponibili ad accettare l’aumento del rapporto deficit/Pil al 2,4%.
Ma vogliamo però andare a vedere le carte.
Perché, se l’obiettivo è quello di trovare risorse per fare investimenti produttivi per creare sviluppo e
ridare competitività al Sistema Paese siamo completamente d’accordo.
Ma se invece vogliamo sfruttare la flessibilità per fare assistenzialismo allora non ci siamo proprio.
E la manovra approvata ieri che dovrebbe attestarsi tra i 30 e i 35 miliardi sembra esser concentrata in qualche modo in maggiori spese o minori entrate.
8 miliardi di maggiori spese per la quota 100 delle pensioni,
10 miliardi di spese per il reddito di cittadinanza,
12,5 miliardi per non far scattare l’aumento dell’Iva (clausole di salvaguardia),
2, 5 miliardi per altre spese.
La copertura dovrebbe derivare in gran parte (20 miliardi) dall’aumento del rapporto deficit/pil al 2,4 %
ed il resto da quella che erroneamente viene considerata come una entrata, la chiusura delle cartelle della ex Equitalia ma che in realtà è una minore entrata.
E non riusciamo ancora a capire come si pensa di finanziare gli investimenti annunciati per le grandi opere.
Ed il problema non e’ piu’ solo un fatto esclusivamente economico, ma riguarda l’etica della politica.
QUALCOSA NON TORNA PIÙ NELLA LOGICA DEL NOSTRO PAESE.
C’è da chiedersi come mai una massa di popolo viene chiamata per scendere in piazza per festeggiare un aumento del suo debito.
Forse siamo diventati improvvisamente tutti ciechi ?
O forse siamo succubi di un grande movimento propagandistico di massa in grado di indirizzare bisogni e istinti degli individui verso l’omologazione del pensiero per il quale è praticamente impossibile e diventa quasi temeraria qualsiasi critica indirizzata ai propagandisti e diffusori, che sono al servizio non di una idea ma di chi si crede un taumaturgo.
È INCREDIBILE IL DANNO EREDITATO DAI GOVERNI PRECEDENTI!
Questa gigantesca industria della comunicazione ha ridotto gli esseri umani a massa informe, incapace quindi di decisioni razionali, ma guidata esclusivamente dalla propaganda non più imposta ma adottata dalle persone come intrattenimento, quando addirittura come avversione a dei nemici creati ad arte. Oggi sono i giornalisti, i tecnici di Stato, l’Europa.
Domani chissà !

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