COME SFORARE IL RAPPORTO DEFICIT PIL OLTRE IL 2.4

SAVONA, DI MAIO E SALVINI UN RACCONTO FUORVIANTE .

Post di Giuseppe Gambioli

Sembra di dire una ovvietà ricordando gli effetti devastanti che ha avuto l’ultima recessione sull’economia, le famiglie, l’occupazione, il gran numero di nuovi poveri e che tuttora ne portiamo addosso le cicatrici.

Dicevo che questi effetti sono arcinoti ma a vedere dai cartelli che sono girati da parte dei nostri governanti per dimostrare la bontà della manovra economica che hanno proposto, sembra proprio di no. Un’ovvietà che furbescamente questi signori ignorano e ancora una volta si nasconde la verità oppure la si racconta solo in parte.

Mi riferisco ai cartelli mostrati più volte da Di Maio e Salvini in cui si riportano il rapporto deficit pil degli ultimi tre anni per dimostrare che tutto sommato il 2.4 di questo governo è simile a quello dei precedenti governi e quindi non c’è nulla da preoccuparsi. Cartelli fuorvianti, fatti ad arte poiché hanno omesso gli anni in cui iniziò la drammatica crisi economica che nel drammatico 2009, anno in cui la crisi economica aveva messo alle corde la nostra nazione portando il rapporto al – 5,30 per poi risalire faticosamente la china, anche se meno velocemente degli altri paesi europei, fino ad arrivare ai numeri esposti da Di Maio e Salvini.

Rapporto deficit pil:
2007 al -1,50 2012 al -3,00
2008 al -2,70 (inizio crisi) 2013 al -2,90
2009 al -5,30 (max crisi) 2014 al -3,00
2010 al -4,20 2015 al -2,60
2011 al -3,50 2016 al -2,50
2017 al -2,30

In poche parole si è cercato di barare facendo vedere che tutto sommato questo governo non si discosta molto dai precedenti governi ma nella realtà la sostanza è ben diversa perché di fatto si è invertita la direzione; da una politica di contenimento della spesa e del bilancio, prevista per il 2018 al 1.6 e per il 2019 al 0.9 si arriverà al 2 quest’anno e al 2.4 il prossimo anno.

Una differenza dalle precedenti politiche economiche che come si può vedere non è solo di qualche decimale, come sostengono Savona e due vice premier, poiché con l’inversione di tendenza il gap si amplifica come pure aumenterà l’incertezza per i bilanci complessivi dello Stato.

Purtroppo quest’incertezza rischiamo di pagarla a caro prezzo se si ridurranno gli investimenti privati e aumenteranno i tassi d’interesse.
Una situazione che potrebbe aggravarsi ulteriormente se non verrà realizzato il pil programmato, obiettivo poco plausibile in quanto su questo punto mi sembra che questo governo abbia alzata un po’ troppo
l’asticella, allora in questa non auspicabile situazione il rapporto del 2.4 non potrà essere rispettato con la conseguenza di un aumento ancora più consistente del debito, perdita di credibilità e tutto il resto che ne consegue. Interessi e quant’altro. Uno scenario da scongiurare in tutti i modi.

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