L’ITALIA E’ UNA GRANDE NAZIONE

Post di Giuseppe Gambioli

Il Paese rischia l’isolamento

L’Italia è un grande Paese che ogni anno grazie al settore manifatturiero esporta quasi 500 miliardi di euro, una grande capacità di stare sui mercati internazionali che dipende da diversi fattori di cui il più importante, oltre alla qualità dei prodotti, è il sistema finanziario che funge da cinghia di trasmissione e garantisce il compimento delle varie fasi lavorative fino alla consegna del prodotto finale. Senza la fiducia del sistema bancario internazionale verso l’Italia, la cui esposizione è costante e ammonta a 790 miliardi di dollari, questa cinghia di trasmissione funzionerebbe solo a intermittenza a seconda delle condizioni economiche del nostro Paese, mentre questo è scongiurato grazie all’effetto dell’euro che si è dimostrato una moneta stabile, forte e in grado di affrontare le crisi economiche (vedi Quantative Easing), dando così garanzie certe a chi investe nelle nostre aziende, progetti e debito pubblico.
Affinché questa capacità di esportare i nostri beni non sia penalizzata da una perdita di fiducia degli investitori si dovrà mantenere e curare quei rapporti internazionali di cui fino ad ora ha beneficiato la nostra economia. Il fatto che questo governo abbia un comportamento sovranista che lo porta ad alzare la voce contro alcuni partner europei sta portando l’Italia in una condizione d’isolamento che, se protratto nel tempo, influirà anche nei rapporti economici e sulle nostre esportazioni.

Questo governo non solo con la riforma economica ha consumato uno scontro le cui le ferite non sono ancora rimarginate ma sorprende anche nel disattendere gli accordi internazionali presi, come ad esempio la Tav, che ha sospeso i lavori con la scusa di riformulare un’analisi dei costi e benefici che ancora, dopo otto mesi di governo, è da venire. Come pure la modifica sulle trivellazioni che dall’‪oggi al domani‬ ha aumentato i costi delle concessioni di 25 volte e ha sospeso le ricerche per 18 mesi.

Come sarà possibile per un investitore programmare una strategia d’interventi e impegni economici se abbiamo un governo che ha fatto carta straccia degli accordi che sono stati sottoscritti?
La credibilità e l’autorevolezza di uno Stato sono valori inestimabili che si accrescono non tanto se si fa la voce grossa ma se si è in grado di portare proposte da concordare e soprattutto se si rispetta la propria storia di provenienza, lo stato di diritto e si mantengono gli impegni presi dai precedenti governi.

Pensare di avere il diritto di azzerare gli impegni solennemente concordati dai governi precedenti, anch’essi democraticamente eletti dalla maggioranza degli italiani, a nome di un’altra maggioranza del momento e magari sull’onda di sondaggi favorevoli, vuol dire semplicemente che quella nazione è in balia degli umori del momento, inaffidabile sugli impegni a lunga scadenza che ha preso con altri Stati e aumenta quell’incertezza che spaventa giocoforza gli imprenditori.
L’elenco delle iniziative che progressivamente ci portano ad un isolamento è lungo; dalle iniziali bordate per uscire dall’euro (NO EURO), considerata la moneta unica la causa di tutti i nostri mali economici, con l’emissione di mini bond nostrani per 60 miliardi di euro inseriti nel Contratto di governo e la boutade nella prima bozza che prevedeva addirittura la cancellazione di 250 miliardi di titoli di Stato detenuti dalla Bce (sic).

Gli attacchi alla Germania, vista come una nazione approfittatrice e anch’essa indicata come la causa dei nostri debiti e gli attacchi giornalieri alla Francia accusata addirittura di affamare gli Stati africani e quindi la causa principale della migrazione verso l’Europa.
Aver disertato l’accordo ONU sul Global Compact sulla migrazione di massa nel mondo.
L’annunciato totale ritiro dall’Afghanistan e l’atteggiamento ambiguo nei confronti del regime venezuelano di Maduro con l’astensione al Parlamento europeo che ha votato per un pieno sostegno a Juan Guaidò.

Viceversa questo governo ha stretto un’alleanza con i sovranisti del gruppo Visegrad non tanto per rafforzare l’Europa e aprire un dialogo ma piuttosto per dividerla e ha incitato i gilet gialli a continuare nella lotta e offrendogli il sostegno della piattaforma Rousseau.

Sarà possibile continuare in questo assurdo atteggiarsi di autosufficienza senza mettere a rischio la nostra credibilità e mettere a repentaglio quell’economia che ancora cammina sulle proprie gambe e beneficia del rapporto fiduciario con i nostri partner europei e internazionali?

La farsa sulla TAV è solo a fini elettorali, Lega e M5S hanno già preso strumentalmente la loro decisione senza attendere i risultati dell’analisi dei costi e benefici, una decisione furba per accaparrarsi i voti di chi è contro, a beneficio del M5S e di chi è a favore per la Lega.

Mi auguro che gli italiani facciano pagare questa ennesima furbizia che ci danneggia sotto tutti i punti di vista, sia economici sia di credibilità, con un voto ben diverso da quanto si auspicano questi signori che non hanno alcun senso dello Stato.

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