30 ANNI DALLA MORTE DI GIOVANNI SPADOLINI
LO STATISTA REPUBBLICANO HA FATTO LA STORIA DELL’ITALIA
di Franco Torchia *
Qualcuno ebbe a dire che Giovanni Spadolini era nato ” già repubblicano” in quanto i genitori avevano indirizzato i suoi interessi verso le arti e gli ideali laici.
“Un vero repubblicano” lo aveva definito Montanelli nel 1972 indicandolo ad Ugo La Malfa per una candidatura al Parlamento con il Partito Repubblicano Italiano.
Prima che politico è stato un grande Professore, un uomo di elevato spessore culturale, uno storico del Risorgimento.
La Politica per lui aveva un forte legame con la cultura e non poteva essere diversamente per un uomo che a soli 25 anni era diventato professore di Storia Contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Firenze, cattedra istituita appositamente per lui.
Aveva cominciato giovanissimo a scrivere su importanti quotidiani nazionali e nel 1955 divenne direttore del Resto del Carlino.
Il grande salto nel giornalismo avvenne però nel 1968 con la direzione del Corriere della Sera, ruolo che avrebbe potuto ricoprire già qualche anno prima.
La elezione al Senato della Repubblica nel 1972 rappresentarono una svolta nella vita di Giovanni Spadolini che riversò nella Politica tutto il suo amore per il giornalismo e la cultura.
La sua prima importante operazione politica da uomo della cultura prestato alla politica fu l’istituzione nel 1974 del Ministero dei Beni culturali e ambientali di cui fu il primo rappresentante istituzionale.
Dopo la morte di Ugo La Malfa nel 1979 fu chiamato alla Segreteria del Partito Repubblicano Italiano, ruolo che ricoprì ininterrottamente fino al settembre 1987.
Si è dimesso dall’incarico di partito dopo la sua elezione a Presidente del Senato.
Su designazione del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, divenne il primo Presidente del Consiglio non democristiano nella storia d’Italia, incarico ricoperto dal 28 giugno 1981 al 30 novembre 1982.
In poco tempo, grazie al suo carisma e alla sua loquacità, ebbe la grande simpatia degli italiani che in lui avevano scoperto l’immagine pulita della Politica.
Fu premiato alle elezioni politiche del 1983 quando il PRI conseguì il 5,1%, risultato mai raggiunto nella sua storia passata e recente dell’Italia repubblicana.
Fu un ottimo Ministro della Difesa nel Governo di Bettino Craxi.
Il 2 luglio del 1987 il Senato della Repubblica lo elesse per la prima volta suo Presidente con una larghissima maggioranza.
Su 318 senatori votanti ottenne 249 voti, cioè il 78% dell’Assemblea di Palazzo Madama.
Nel 1991 il Presidente Cossiga lo nominò senatore a vita.
Nel 1992 era diventato papabile per la Presidenza della Repubblica e forse ci sarebbe arrivato se, il 23 maggio del 1992, non ci fosse stato l’attentato a Giovanni Falcone che precipitò il Paese in uno stato di grave emergenza al punto di spingere il Parlamento ad interrompere le procedure rituali ed eleggere, nella drammatica seduta del 25 maggio, il democristiano Oscar Luigi Scalfaro.
Giovanni Spadolini rimase in carica come Presidente del Senato fino al 14 aprile del 1994, quando il nuovo Parlamento, radicalmente cambiato, impose un nuovo ordine i cui effetti il Professore avrebbe vissuto sulla propria pelle.
Quando il 15 aprile si è votato per la elezione del nuovo Presidente del Senato, Il Polo delle Libertà che era maggioranza in Parlamento candidò il liberale Carlo Scognamiglio che nei primi due scrutini arrivò secondo dopo Spadolini, nel terzo scrutinio entrambi ottennero 159 voti.
Nel quarto scrutinio Carlo Scognamiglio fu eletto con un solo voto di differenza perché nel frattempo le schede bianche erano passate da 10 a 1.
Secondo le veline giornalistiche del tempo Silvio Berlusconi lo avrebbe preferito a Carlo Scognamiglio.
Gli ultimi tre mesi della sua vita furono di delusione e di tristezza nel vedere come erano finite le istituzioni della Repubblica.
Il 4 agosto del 1994 ci ha lasciato.
Riposa nel cimitero delle Porte Sante a Firenze che è stata la sua città natale.
Oggi, a 30 anni dalla sua morte, lo statista repubblicano è stato ricordato in tutta Italia come colui che ha fatto la storia dell’Italia.
E’ stato ricordato in tutti i modi, come illuminato giornalista, esimio Accademico ed autore prolifico di libri di storia che riusciva a scrivere nel giro di qualche ora.
E’ stato ricordato come il Primo Presidente del Consiglio non democristiano e per le sue operazioni di bonifica del sistema di corruzione emerso dallo scandalo della cosiddetta Loggia P2.
E’ stato ricordato come “Un italiano” che è l’unica parola scritta sulla sua lapide.
L’anno prossimo si celebrerà il centenario della nascita.
* Presidente Repubblicani