4 FEBBRAIO 1789 IL PRIMO PRESIDENTE USA

Sono esattamente 230 anni.
Il 4 febbraio 1789 gli Stati Uniti d’America eleggevano George Washington come loro primo Presidente.

George Washington

Dopo la colonizzazione inglese durata circa due secoli, nel 1775 gli americani si ribellarono ed iniziarono una guerra d’indipendenza che si concluse dopo 8 anni.
Il 4 luglio 1776 le tredici colonie approvarono all’unanimità la dichiarazione d’indipendenza americana e la nazione assunse la forma istituzionale repubblicana e, nel 1787, adottarono la loro Costituzione che rimane tuttora la carta fondamentale del Paese
Due anni dopo, colui che aveva guidato l’esercito americano contro il Regno di Gran Bretagna, il generale George Washington, divenne Presidente degli Stati Uniti d’America, l’unico nella storia ad essere eletto all’unanimità.
Era nata la più grande democrazia al mondo al cui fondamento nel 1789 veniva posta la Carta dei Diritti che fissava i principi fondamentali della Dichiarazione d’indipendenza e che si ispiravano al patriottismo e all’ideale civile che avevano portato alla rivoluzione americana.
La nuova nazione affermava i diritti inalienabili dell’uomo, l’idea di libertà, il principio di uguaglianza, il diritto di proprietà, l’interesse generale che prevale sull’interesse di parte, la partecipazione dei cittadini alla vita politica attiva.
Gli echi della guerra d’indipendenza americana attraversarono l’oceano ed ispirarono la rivoluzione francese del 1789 e, successivamente, i moti che, in gran parte dell’Europa, organizzavano rivolte contro i sovrani.
Dall’Italia Giuseppe Mazzini aveva stabilito fitte relazioni con gli ambienti politici americani con lo scopo di sensibilizzarli alla causa nazionale ma anche con l’obiettivo di realizzare in Europa il modello americano.

Giuseppe Mazzini

Secondo il patriota genovese la più grande repubblica al mondo non poteva sottrarsi al proprio dovere nei confronti dell’umanità: tenere alta la bandiera della libertà e sostenere i repubblicani europei nelle loro battaglie per l’indipendenza.
In effetti molti studiosi e politici americani guardavano con interesse a quanto stava accadendo in Europa e in Italia e prestarono supporto accogliendo molti dei perseguitati politici europei ed in particolare alcuni italiani dopo i moti del 1820-21.
Alcuni di questi costituirono circoli libertari dove si riunivano combattenti europei. Tra di essi Piero Maroncelli che fu autore di una traduzione americana de “Le mie prigioni” di Silvio Pellico.
A New York fu fondata una sezione della Giovine Italia di Mazzini e molti americani erano divenuti aperti sostenitori del Risorgimento tanto da facilitare il rientro di alcuni patrioti alla vigilia della Repubblica romana.
Mazzini ha goduto di grande consenso tra gli intellettuali ed i politici americani anche dopo la sua morte.
Il Presidente americano Thomas Woodrow Wilson subito dopo la prima guerra mondiale, nel suo viaggio in Europa ed in Italia, il 5 gennaio 1919, si recò anche a Genova e la prima cosa che fece andò a rendere omaggio a Corvetto al monumento di Mazzini a cui piedi posò una corona di quercia con nastri neri e la scritta in oro “From the President of the United States”. Un forte temporale ne impedì la visita alla tomba di Mazzini al cimitero di Staglieno.

Thomas Woodrow Wilson

Il Presidente americano riconosceva a Mazzini la capacità innata e la caparbietà di lottare per la libertà degli Stati e l’autodeterminazione dei popoli con l’intenzione di costruire gli Stati Uniti d’Europa e ne aveva apprezzato l’azione e gli ideali.
Nonostante i due non si fossero mai conosciuti tra di loro c’era un forte legame ideale di cui si trova traccia nei famosi 14 punti indicati dal presidente Wilson nel suo famoso discorso pronunciato davanti al Congresso americano nel 1918, e su cui ha basato la sua politica. Proprio all’ultimo punto veniva stabilita la creazione di “un’associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d’indipendenza e di integrità territoriale”.
Era un segnale importante che rimarcava ancora una volta le simpatie americane verso la causa europea e quindi italiana, una maggiore attenzione verso quello che rappresentava l’ideale per gli stati europei ridotti a brandelli dalla guerra: una lingua ed un territorio comune in grado di unire popoli separati da secoli di dominazione straniera.
Era l’ideale e l’obiettivo di Giuseppe Mazzini.

Print Friendly, PDF & Email