IL LIBRO DI NUCARA : INCONTRI CON LA POLITICA

I REPUBBLICANI, QUEL PICCOLO MONDO DI GRANDI PERSONALITA’

Pubblichiamo di seguito la recensione del libro di Francesco Nucara ad opera di Antonio Carioti sul Corriere della Sera dell’1 dicembre 2021

«Ero seduto dietro a Oronzo Reale, anch’egli tra lo sparuto pubblico.

Tornando a casa, mi posi il problema se fosse il caso di iniziare una battaglia, aggregandomi a forze tanto esigue».

Questo ricordo personale di Francesco Nucara risale al 1965, ai primi passi della sua lunga militanza nel Partito repubblicano. Per l’esattezza si parla del Congresso nazionale del Pri celebrato allora a Roma, al termine del quale Ugo La Malfa venne eletto segretario.

Per una forza politica intermedia sopravvissuta a stento negli anni più duri della guerra fredda, che aveva allora poco più dell’1 per cento dei voti e appena sei deputati, fu una svolta importante. Grazie alla linea innovativa e modernizzatrice dell’ex azionista La Malfa, alla base popolare mazziniana di alcune zone storiche (prima fra tutte la Romagna) si sarebbe aggiunto negli anni successivi un elettorato d’opinione della borghesia illuminata, che avrebbe permesso al partito dell’Edera di espandere in modo significativo la sua rappresentanza parlamentare.

Nucara si trovava ad operare in una realtà particolarmente difficile, quella calabrese, resa ancora più ostica dalle ripercussioni della rivolta di Reggio Calabria, scoppiata nel 1970, contro la decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro. Ma questo non gli impedì di farsi largo e approdare a Montecitorio nel 1983, quando il Pri toccò il suo massimo risultato, superando il 5 per cento dei voti.

Il libro di Nucara «Incontri con la politica» (Rubbettino) è una vivace e scorrevole galleria di ritratti, a volte insaporiti da note polemiche, da cui si evince come il piccolo mondo repubblicano sia riuscito a esprimere personalità di notevole rilievo.

Oltre a Ugo La Malfa, coscienza critica di una sinistra italiana attardata nella coltivazione sterile dei dogmi marxisti, il suo rivale Randolfo Pacciardi, che da ministro della Difesa rimise in piedi le forze armate in epoca centrista e poi si batté per una riforma presidenziale.

Il già citato Oronzo Reale, che da ministro della Giustizia fu artefice della riforma del diritto di famiglia.

Poi Giovanni Spadolini, direttore del Corriere dal 1968 al 1972 e in seguito primo presidente del Consiglio non democristiano dell’Italia repubblicana.

Bruno Visentini, protagonista della politica fiscale e anticipatore, con una proposta che fece molto scalpore, dei governi svincolati dalla presa dei partiti.

Uomini dalla personalità spiccata, che avevano alle spalle esperienze variegate e si trovarono spesso in contrasto fra loro, ma «accomunati —scrive Francesco Verderami  nella prefazione del volume di Nucara — da un senso delle istituzioni che si è smarrito».

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