BRUXELLES SULLE CASE ANTICHE: NIENTE VENDITE SENZA NORME ENERGETICHE

DOPO IL NATALE ORA LE CASE ANTICHE

di Franco Torchia
È proprio vero!
A Bruxelles non hanno proprio nulla da fare!
Dopo la gaffe dei giorni scorsi sul Natale e sui nomi da non pronunciare, ora preparano una direttiva per vietare le vendite degli immobili che non siano efficientemente energetici.
Queste parole entrate nel lessico di pochi italiani ed europei soltanto da qualche anno e già introdotte anche nei contratti di compravendita delle abitazioni, d”ora in poi, rischiano di pesare come un macigno, se accompagnate dalla classificazione energetica e da determinate scadenze, e di azzerare il valore degli immobili.
La lotta al cambiamento climatico sta diventando ormai un alibi per molte persone che siedono ai vertici delle istituzioni europee per esprimere posizioni ed assumere decisioni che, in casi come questo, potrebbero arrecare più danni di migliaia di urugani messi insieme.
Immaginate cosa succederebbe nella nostra Italia fatta di migliaia di piccoli e meravigliosi borghi costruiti in migliaia di anni e diventati il vero patrimonio storico e culturale del nostro Paese.
Milioni di italiani sono proprietari di vecchie abitazioni, ereditate dai propri genitori, che sono spesso utilizzate come casa di vacanza e che comunque sono manutenute in modo adeguato alle proprie esigenze.
In particolare al Sud dove c’è il sole tutto l’anno, molte di esse non hanno nemmeno gli impianti di riscaldamento, e sono quindi ad emissioni zero.
La Commissione europea quindi vorrebbe che gli italiani rinunciassero a questi nostri gioielli sparsi su tutto il territorio nazionale.
Dopo la direttiva sulle vongole che non potevano avere una lunghezza inferiore a 25 millimetri e tutte le altre iniziative contro il Made in Italy, in particolare dell’agroalimentare italiano, con forti conseguenze sulla produzione del Parmigiano e dell’olio extravergine, cosa aspettano ancora i nostri burocrati e governanti a farsi rispettare a Bruxelles?
Molti di noi avvertono ormai la sensazione di una forte invidia da parte degli altri Paesi europei nei nostri confronti per tutto quello che l’Italia ha rappresentato e continua a rappresentare nel mondo, per la sua storia, per le sue bellezze, per il suo clima e per tutto ciò che nel nostro territorio si produce.
Forse la volontà di non aiutarci a far fronte al dramma umanitario che questi ultimi decenni sta costringendo milioni di migranti a scappare dalle proprie terre in cerca di un approdo sicuro deriva forse proprio da quella che è l’invidia più forte, per questa bellissima terra tra mari e monti a forma di stivale posizionata nel bel mezzo del Mediterraneo che gode del calore del sole quasi tutto l’anno.
Invidia anche per il nostro nonchalance, perché noi italiani siamo fatti così, contenti e felici, proprio come diceva un cantautore calabrese “qui si campa d’aria e d’amore”.
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