PREOCCUPANTE CRESCITA DELL’ANTISEMITISMO

MEDIO ORIENTE INCANDESCENTE

di Paola Bergamo

La risoluzione Usa per gli aiuti a Gaza, rimarcando il diritto di Israele di difendersi, dopo il violento attacco subito il 7 ottobre, è stata bocciata: a favore 16 Paesi, Cina e Russia hanno esercitato il loro veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Anche navi spagnole stanno facendo rotta verso il Mediterraneo sempre più “affollato”.
Inquietanti le dichiarazioni di Erdogan: «Hamas non sono terroristi ma liberatori».
La Turchia, membro Nato, da anni in attesa di entrare nella Ue, è terra di cerniera tra occidente e oriente, legata ai Fratelli Mussulmani, con lo scheletro del genocidio contro i curdi, conferma l’ ostilità verso Israele, mentre l’India di Modi si schiera a fianco di Israele. Non è semplice la posizione della Cina, nonostante il Veto: i tre ministri chiave ( esteri, finanze, difesa) silurati da Xi Jinping erano piuttosto sbilanciati a favore di Iran e Arabi. La Via della Seta e la Via del Cotone sono alcuni degli interessi che si intrecciano nell’area.
Eli Cohen, Ministro degli Esteri, risponde a Erdogan: «Sono peggiori dell’Isis». Cohen si è rifiutato di incontrare Guterres dopo il suo discorso alle Nazioni Unite. Israele minaccia di non rilasciare visti ai funzionari Onu.
La propaganda in molti paesi e’ sbilanciata pro palestinesi a loro volta vittime di Hamas. Nell’era della comunicazione che consuma tutto, ci si dimentica dell’efferratezza subita da Israele e la difficoltà di una strategia volta in primis a liberare quanti più ostaggi israeliani nelle mani dei rapitori.
Le dichiarazioni di Erdogan suonano come tragica legittimazione di Hamas. Questo aggrava la situazione.
Netanyahu ha dichiarato che Israele è pronta ad un attacco di terra e la comunità occidentale invita ad una risposta proporzionata all’offesa subita. A volte il linguaggio assume aspetti ipocriti perché detta proporzione non è così facile se si combatte contro chi ha nel proprio statuto l’obiettivo di spazzare via dalla faccia della terra lo Stato di Israele.
Se tutti auspichiamo una de-escalation, tuttavia è proprio questo obiettivo posto nello Statuto di Hamas, unitamente alla efferatezza perpetrata il 7 ottobre scorso, a rendere difficile, al momento ogni via in tal senso.
Serve che non solo l’Occidente ma pure il mondo arabo si unisca nell’aiutare Israele nella lotta contro il terrorismo.
La propaganda e’ sbilanciata e spesso mendace. Anche quando si dice che Israele ha chiuso i rubinetti dell’acqua a Gaza non si spiega che Israele la eroga gratuitamente mentre l’Egitto la fa pagare.
Verso Israele si registra scarsa empatia, eppure le foto e i video dell’accaduto sono scioccanti.
Si registra un crescente antisemitismo, e i tanti distinguo anche in seno alla Ue, legate al sentire dell’opinione pubblica interna, sono espressione di fragilità e incapacità di porsi come abile mediatore in un’area così delicata e strategica in cui si giocano le sorti del mondo.

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