Il CETO MEDIO MERIDIONALE

GIOVANNI SPADOLINI

Il Messaggero, 5 febbraio 1955

Post di Francesco Nucara

“Durante il ventennio il fascismo non fu mai popolare nel Mezzogiorno. Le guerre fasciste vi suscitarono sempre deboli entusiasmi. La classe dirigente fascista non si alimentava largamente nelle regioni meridionali. Sarebbe esagerato parlare di antifascismo attivo, ma è certo che il Mezzogiorno mostrò verso il fascismo una marcata indifferenza. Come si spiega, perciò, la nostalgia, seguita alla sconfitta, per il regime che aveva causato nel Mezzogiorno l’invasione straniera?
E come si spiega il successo conseguito da ultimo dal comunismo, fra gli stessi ceti medi, che dall’estrema destra sono passati, in non esiguo numero, all’estrema sinistra?  È il processo di proletarizzazione accelerata, un processo che è sembrato, finora, quasi senza rimedio, che spiega questo spostamento. Un problema che la democrazia italiana non può ignorare, ne’ rinviare.”.

Il trasformismo meridionale affosserà l’alleanza che governa l’Italia.

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