ANALISI DEL VOTO REGIONALE UMBRO

Post di Alessandro Giuliani  del 27 novembre 2019

UMBRIA E DINTORNI…

Sono passati pochi giorni dal voto umbro, e quello che è emerso da quella competizione si fa ogni giorno più chiaro: la progressiva perdita dell’egemonia storica sui territori del centro-Italia da parte della sinistra post-comunista e la forza crescente di un sentimento di rottura che credo oggi, come mai prima, sia arrivato all’apice della sua espressione.

Potremmo analizzare la cosa da svariati punti di vista, ma chiunque, dotato di un minimo di intelligenza, arriverebbe alle stesse conclusioni. E cioè che quando i partiti, di qualunque colore e schieramento, smettono di operare per gli interessi della comunità che rappresentano, chiudendosi in logiche autoreferenziali, tendono a produrre un solco con il mondo reale che rischiano di pagare a caro prezzo.

Il fatto che poi, da alcune parti dell’opinione pubblica, si ventili l’ipotesi (provocatoria senz’altro) di abolire il suffragio universale, o di escludere dalle consultazioni gli over 65, conferma ancora di più il livello di assurdità a cui siamo giunti: incolpare l’elettorato per come vota, senza mettere minimamente in dubbio le scelte politiche che, invece, lo hanno allontanato.

L’ovvio risultato è che quei partiti non vengono più visti come interlocutori validi cui rivolgersi per veder tutelati gli interessi della comunità, ma come dei nemici da cui guardarsi bene.

D’altra parte perchè si dovrebbe riporre la fiducia verso un partito i cui rappresentanti si adoperano per portare avanti scelte che penalizzano pesantemente la comunità ed il territorio che rappresentano? Magari tagliando quei servizi essenziali, come ad esempio la sanità, che oltre a creare evidenti disagi per la popolazione, può ledere il principio costituzionale sancito dall’art.32 della nostra Carta?

In Umbria questo lo hanno capito… chissà se alle prossime consultazioni regionali lo capiranno anche da noi…

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