PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI !

MAGGIORE RAPIDITA’ E PIU’ EFFICIENZA DAL GOVERNO

La tragedia dell’imprenditore che si è suicidato a Napoli oppresso dalla crisi economica è senza commento.
Di fronte a queste vicende non sono più sufficienti le dichiarazioni di circostanza e di vicinanza alla famiglia.
Sono mesi che dal Governo arrivano messaggi di solidarietà e vicinanza al popolo italiano che sta vivendo grandi sofferenze.
Non ci riferiamo alle situazioni di limitazioni della libertà individuale di ciascuno di noi, dovute purtroppo alla vicenda drammatica della pandemia, necessarie per salvaguardare la salute dei cittadini.
Era chiaro sin dall’inizio che all’emergenza sanitaria sarebbe seguita una emergenza economica gravissima che sta già coinvolgendo milioni di cittadini, alcuni dei quali già vivevano ai margini della società.

Da più parti si chiede al Governo di fare presto.

Intervenire a favore di quanti sono disperati: imprenditori che non riescono a pagare più i propri dipendenti, ai quali il governo ha assicurato in termini rapidissimi l’erogazione della cassa integrazione che non arriva, lavoratori autonomi, piccoli professionisti e partite Iva che, nonostante abbiano già ricevuto il bonus di 600 euro per il mese di marzo, non conoscono i tempi di erogazione di quello del mese di aprile.

Il Governo ha avviato l’apertura di alcune attività con molte limitazioni e di contenimento che servono giustamente ad evitare l’ulteriore diffusione del contagio.

Tra di queste ce ne sono alcune ed in particolare tutte quelle legate alla somministrazione di alimenti e bevande che, in considerazione della difficoltà ad adattarsi alle regole, hanno preferito tenere le saracinesche ancora abbassate, con la speranza di poter ripartire con l’adeguatezza necessaria.

Ma fino a quando sarà possibile resistere ?

Il rischio reale è che quelle saracinesche non si riaprino più.

Abbiamo visto i provvedimenti varati dal Governo per far fronte alla crisi economica.

Dopo 15 giorni di annunci, forse questo fine settimana vedrà la luce il  decreto legge del governo per complessivi 55 miliardi di investimenti.

Il problema però rimane sempre quello della velocità e dell’efficacia dei provvedimenti che vengono approvati.

Non bastano più i Fondi di garanzie per elargire prestiti bancari che saranno veramente in pochi a poter restituire se non dovessero ripartire i consumi degli italiani.

In questo momento la parola liquidità deve mantenere il proprio significato originale, ovvero moneta contante in mano al cittadino.

E questo si può fare soltanto erogando vera liquidità a fondo perduto alle imprese che devono essere messe rapidamente in condizioni di produrre e dare servizi alla collettività.

Bisogna evitare che quello che è successo con il decreto legge dell’8 aprile (ve lo ricordate il famoso Bazooka ?) che, secondo quanto si può leggere tranquillamente dal comunicato stampa del Ministero dell’economia, ha fallito i suoi obiettivi, si verifichi anche con il nuovo decreto.

Dalle 2 tabelle che di seguito riportiamo sono evidenti gli effetti dei  due più importanti provvedimenti del governo.

Il primo, il Cura Italia del 17 marzo, nel quale il Governo aveva messo veramente i soldi, è quello che in qualche modo è stato più veloce e più efficace.

Il secondo, dell’8 aprile, finalizzato a fornire Garanzie per prestiti, definito paradossalmente decreto “liquidità” è quello che finora ha fatto soltanto “fumo e poco arrosto”.

Ecco ci aspettiamo che il nuovo decreto abbia le stesse caratteristiche del decreto del 17 marzo, con maggiore efficienza e rapidità.

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