UN CAMMINO LUNGO E DIFFICILE
SEGNALI INCORAGGIANTI PER UN MONDO MIGLIORE
di Giuseppe Gambioli
L’essere umano davanti a una minaccia esterna istintivamente si unisce si affratella e questo sentimento è tanto più intenso più ampio, quanto più grave e universale è la minaccia. Il Covid-19 ha reso insignificanti le barriere dei singoli Stati oltrepassandole in tempi velocissimi e costringendo per la prima volta il mondo intero ad unirsi in un unico intento. Combattere l’epidemia da coronavirus Covid-19. Gli effetti negativi di questo tsunami naturale sono enormi, ancora in corso, senza certezze sui futuri sviluppi e l’umanità, come è accaduto più volte di fronte a questi eventi sconvolgenti, ha sempre reagito con grande vigore portandola ogni volta alla scoperta di nuove consapevolezze, nuovi traguardi.
Il cinque maggio si è svolta una grande iniziativa. La prima Conferenza Internazionale dei Donatori, ospitata dall’Unione europea, in cui si è posto l’obiettivo di affrontare le emergenze Covid-19 in modo planetario; in particolare per le terapie, gli strumenti diagnostici e per la creazione di un vaccino. Per la prima volta nell’Umanità il mondo è magicamente unito e si confronta in un unico intento. Un vaccino per tutta la popolazione mondiale, poveri ed emarginati compresi, che unisce Stati di ogni continente, fondazioni, tra cui quella di Bill & Melinda Gates, associazioni e privati. Si è detto che la Conferenza dei Donatori del 5 maggio è solo una prima tappa, che i 7,4 miliardi già a disposizione non saranno sufficienti e ce ne vorranno almeno cinque volte tanto. Un impegno eccezionale sia per il fiume di denaro che verrà in aiuto alle popolazioni più povere, vulnerabili, che non hanno nemmeno l’acqua potabile per lavarsi, sia per l’esempio concreto di attuare una nuova politica mondiale, rompendo gli schemi del passato e ancora una volta un po’ più giusta, più umana, più globale.
Avremo un mondo migliore o è una vana speranza?
I sogni sono stati sempre alla base della nascita di grandi eventi come quello che ispirò la creazione dell’Unione europea.
Quanto sono lontane ora e suonano stridenti le smargiassate dei vari leader dette prima della pandemia. Dove è andata a finire la politica estera di Trump con l’America First, la smania di conquista di Putin, la sicurezza economica della Cina di Xi Jing Ping e la sicumera di Boris Johnson ?
In casa nostra quanto è lontano il NO EURO, il facciamo da soli, l’Unione europea è un nostro nemico. Gli attacchi scriteriati del governo giallo verde ai francesi con il ritiro del proprio ambasciatore. Paginate sui giornali e interventi sui social pieni di pettegolezzi, di odio viscerale contro qualcuno, che ogni giorno montava sempre più al punto di vedere solo il nostro ombelico.
Il comune sentire è cambiato e non ci entusiasma più di tanto a cercare un nemico comunque. Oggi dire che il MES è una trappola per topi, una trappola per l’Italia fortunatamente, non crea più quel consenso di prima.
In questi tre mesi di pandemia si è compreso che il mondo è sempre più interconnesso, che ognuno é interdipendente dall’altro e il benessere di ognuno di noi passa attraverso quello degli altri.
C’è ancora tanta strada da fare e il cammino non sarà né breve né facile.
In Italia abbiamo 600 mila disgraziati irregolari, non siamo in grado di rimpatriarli, nello stesso tempo li sfruttiamo come esseri invisibili, fuori dalla legalità e dalle più elementari tutele umanitarie. Abbiamo fatto finta di non vederli e, ancor peggio gli abbiamo addossato colpe assurde. Forse oggi qualcosa in noi è cambiato.
Il mondo è più umano e le prossime Conferenze Internazionali dei Donatori ci ricorderanno questi giorni di angoscia trascorsi rinchiusi nelle nostre case e faranno da apripista a questa nuova avventura che l’Umanità si appresta ad affrontare per un futuro migliore.