GLI EFFETTI DEL CERTIFICATO VERDE SULLA RIPRESA ECONOMICA

GREEN PASS SI GREEN PASS  NO !

di Francesca Luchini

 

Una grande nazione in guerra?

Da tempo si parla di una guerra mondiale contro il coronavirus che vedrebbe schierati da un lato i valorosi combattenti dall’altro i vili disertori, appellati genericamente no vax, ma fra i quali troviamo diverse componenti sociali che per vari motivi, dalla paura di un vaccino sperimentale al rischio di perdere clienti del proprio locale, hanno deciso di opporsi al green pass.

Sorvoliamo sulle questioni inerenti l’efficacia del vaccino (anche se il fatto che il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia richiesto il tampone per tutti i giornalisti presenti in conferenza stampa, indipendentemente dal fatto che fossero vaccinati o meno, pone legittimi dubbi al riguardo) e su tutto ciò che è di stretta competenza medica.

Concentriamoci piuttosto su alcuni aspetti inquietanti della vicenda.

Si parla da più parti di totalitarismo, di dittatura sanitaria, ma in questo clima di terrore del coronavirus, abbiamo un tipo nuovo di totalitarismo, dove l’ideologia politica ed economica di parte lascia il posto al solo vigliacco accapigliarsi di cittadini contro altri cittadini.

Certamente alcuni schemi ci rimandano con la memoria a certe restrizioni della libertà del secolo scorso, basti pensare allo stesso decreto sul “green pass” con cui si stabilisce che il gestore del locale ha l’obbligo di controllare chi ha il “tesserino” e quindi può accedere all’interno del locale e chi no. Si stabilisce poi che chi ne è sprovvisto, se vorrà accedere, dovrà pagarsi un tampone, in alcuni casi molto costoso e quindi penalizzante soprattutto per i giovani e i più poveri.

La discriminazione per quella che dovrebbe essere una scelta individuale – responsabile certo, ma libera e ponderata- appare evidente ed è ancor più evidente che sempre più persone sono poste le une contro e altre.

A questo punto esce il genio di turno che, con un colpo al cerchio e uno alla botte, si lancia in esclamazioni del tipo : “Invece che creare discriminazioni potevano rendere il vaccino obbligatorio per tutti, no?” Val la pena commentare? Non credo. De minimis non curat praetor.

Piuttosto portiamo l’attenzione sui commenti sul green pass che si sentono dalla maggior parte dei cittadini; sono frasi del tipo: “Se non sei vaccinato non entri nel mio locale!” oppure “Chi non è vaccinato se si ammala deve pagarsi le cure da solo!” e per finire “I non vaccinati si chiudano in casa, sono un pericolo!”.

Con idee del genere è chiaro che si alimenta un clima d’odio che non cura e non vaccina nessuno e men che meno serve a rimettersi in piedi dopo un anno di lockdown (o confinamento per gli amici italiani!). Al contrario, in un clima del genere, una nazione, che si inventa campione d’Europa e per questo pensa di essere una superpotenza, ma che in realtà è il fanalino di coda dell’Europa, rimane legata a doppio nodo con le proprie pulsioni infantili e bestiali e si allontana da se stessa e dal proprio potenziale. D’ altro canto con milioni di individui impauriti e preda dei propri istinti non può esservi alcuna grande nazione capace di affrontare calamità naturali o artificiali.

Sarebbe una nazione in grado di riprendersi dopo la crisi?

E qui arriviamo al punto: la ricostruzione del prossimo dopoguerra e la lotta del noi versus io. Stante il fatto che nel mondo occidentale, soprattutto negli Stati Uniti, sono certamente i detentori del potere economico ad avere in mano la situazione coronavirus (si vedano i numerosi casi di aziende come la Disney che impongono a viso aperto il vaccino ai propri dipendenti) cosa propongono, in modo più o meno velato, i nuovi sovranisti e i paladini dell’antiamericanismo?

Il ritorno al collettivismo, il noi che schiaccia l’io come medicina contro l’individualismo, scambiato con l’egoismo e accusato di sete di guadagno, infine giudicato colpevole di aver scatenato perfino una pandemia globale. Sarebbe come dire:  il bambino cresce con cattive abitudini? Bene, invece di correggerle insegnandogli a comportarsi moralmente, rimanga sempre bambino! Problema risolto, no?!

Ne avevamo bisogno di menti brillanti!

D’altronde l’uomo è un legno storto e per natura è incapace di concepire la proprietà personale alla luce del bene della nazione, ergo lo si lasci in balia dei propri istinti come una bestia famelica e quando esagera lo si castighi con il manganello del moralizzatore potere dello stato cattocomunista.

Questo in politica internazionale ben si rifletterebbe nella scelta di un eventuale avvicinamento alla Russia e soprattutto alla Cina perché ormai è assodato che i cattivoni nel mondo sono solo gli americani.

Svegliatevi! Non sappiamo neanche come è andata nei laboratori di Wuhan!

Nessuno qui sta negando che esistano interessi da parte delle case farmaceutiche e  limitazioni della libertà personale poste in essere anche da singole aziende.

Nessuno nega i danni causati da un sistema economico che ha portato molte imprese a chiudere le proprie sedi con conseguente licenziamento di migliaia di italiani!

Ma altro è modificare un sistema economico prendendo atto delle sue criticità, altro è utilizzarne il fallimento (nulla è eterno) per fuggire dalle braccia di una potenza e buttarsi fra quelle di altre potenze!

Cogliamo piuttosto l’occasione dei fatti tragici di questi ultimi anni per assimilare un concetto fondamentale: non è che dobbiamo smetterla di scegliere di pancia i nostri colonizzatori, dobbiamo smetterla di sceglierci dei colonizzatori.

Sfuggire alle proprie responsabilità con la passività di chi non attende altro che un modello da imitare oltre ad essere indegno di una nazione come l’Italia, ci spingerebbe in un vortice di povertà sempre crescente e in una condizione di colonia perenne che abbiamo già visto nei secoli bui e da cui ci siamo riscattati appena centosessant’anni fa.

L’Europa, e l’Italia in primis, imparino a stare in piedi da sole e tengano a mente che una nazione in piedi ci sta quando i suoi individui sono dritti, presenti a se stessi e ben saldi sulle propri gambe, non quando cedono a ricatti né quando emulano modelli e stili di vita di altre potenze, come in effetti è stato per l’Italia da decenni e come deve cessare di essere.

Difficile? Le proprie forze non si apprendono se non sperimentandole.

 

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